Nightguide intervista i Panzer

Nightguide intervista i Panzer


Salvatori dell'heavy metal per alcuni, definiti metalmachine da altri, i Panzer sono il supergruppo formato nel 2014 da Stefan Schwarzmann (Ex-Accept), Schmier (Destruction), Pontus Norgren (Hammerfall) e V.O. Pulver (Poltergeist, GURD). Il loro secondo album, Fatal Command, è uscito da poco per la Nuclear Blast ed hanno appena annunciato che suoneranno al Barcelona Rock Fest del 2018. In attesa di altre date e novità, ci siamo fatti due chiacchiere con Schmier.





Prima cosa: il vostro nuovo album si chiama Fatal Command, puoi raccontarci qualcosa in proposito?
Credo che i Panzer siano un tributo all'heavy metal più puro, e credo che riusciamo a dare ciò che serve ai fan dell'heavy old school. Siamo musicisti diversi, da band diverse e con stili diversi, che tramite il progetto Panzer rendono tributo agli anni '80. Adesso siamo una vera band: il primo disco era una prove, ma questo è un disco vero e proprio. Ci sono più chitarre, più ritornelli che ti entrano in testa: è il passo che era logico fare nella direzione giusta come band.


Forse questo disco vi vede trasformarvi più in una vera band che restare solo un supergruppo?
Spero di si! Voglio dire, è quello che speriamo i ottenere, vogliamo che la gente ci veda come una band: è sempre difficile iniziare un nuovo progetto; all'inizio spesso non viene preso seriamente, ma col secondo album tante persone stanno capendo che ci teniamo davvero al progetto, e che ci piace davvero suonare ciò che suoniamo, ci divertiamo. E che siamo una vera band.


In effetti il primo album suonava un po' come un tentativo, mentre questo disco suona davvero come una vera band. Suona come i Panzer!
Grazie! (ride) Per scrivere i pezzi ci vuole il feeling giusto, e per questo disco c'era un gran feeling nella band: ciò che abbiamo scritto insieme suonava benissimo, e la chimica era perfetta. Avevamo tutti la stessa idea di ciò che doveva essere il progetto Panzer, e scrivere insieme è venuto automatico: lavorare con altri chitarristi poi, per me, è stato interessante: non sai mai cosa verrà fuori. Ci conoscevamo già da prima, siamo amici, ma non avevamo mai scritto nulla insieme prima d'ora. 


Avete anche cambiato due membri.
Per un chitarrista che se ne è andato ne sono entrati due: uno era già il nostro secondo chitarrista di supporto per i live e il producer del secondo album, Pulver, quindi era già praticamente un membro della band. Cambiare chitarristi è sempre un grosso passo per una band, quindi quando succede devi sempre essere sicuro che siano le persone giuste per portare avanti il progetto come merita. 


Ci sono persone che vi ritengono i salvatori dell'heavy metal: che ne pensi?
Forse è un po' troppo! (ride) Ma certamente cerchiamo di tenere alta la bandiera! Adesso ci sono così tante persone che non sanno più cosa sia l'heavy metal: ci sono così tanti generi, così tante direzioni diverse, e addirittura l'heavy metal per un periodo è stato visto come noioso e troppo vecchio. Ma dobbiamo sapere da dove veniamo, e senza il classico heavy metal nessuna di queste nuove correnti sarebbe qui adesso, ed è per questo che gli rendiamo tributo. Senza l'heavy metal non sarei qui.


Com'è successo che tutti voi abbiate deciso di suonare insieme?
A volte le cose succedono e basta! Quando gli altri ragazzi erano ancora negli Accept mi hanno avvicinato, e abbiamo suonato un po' insieme. O magari quando ti annoi, ti ritrovi e hai voglia di suonare tutte altre cose, e io ovviamente sono stato onorato di poter partecipare a questa nuova idea. Suonare con musicisti con esperienza è tutta un'altra cosa: non c'è bisogno di provare moltissimo, tutto viene più istintivo e naturale, più facile, lasci parlare la musica.


Puoi dirci qualcosa anche sull'artwork del disco, la copertina? Perché ci sono un sacco di dettagli fantastici, è divertentissima!
Si,volevamo qualcosa stile anni '80, ma che richiamasse anche la situazione odierna. Non volevamo essere toppo brutali o cattivi, quella copertina è sarcasmo puro in stile fumettistico. E sapevamo già che alcuni si sarebbero sentiti offesi, ma era esattamente ciò che volevamo ottenere (ride). Spesso abbiamo ricevuto commenti dagli americani, soprattutto visto che sulla nostra copertina c'è anche Trump. Sono facili all'offesa su certi temi (ride). Credo che una band del nostro calibro dovesse esprimere il proprio pensiero, e nel disco ci sono anche testi piuttosto politici.


Credo che il mio preferito sia Assad con la cocaina, ma tutta la copertina è fantastica.
(ride) ci sono parecchi dettagli particolari nella copertina! 


Tutti e due i vostri dischi sono stati accolti molto bene dai vostri fan: com'è il vostro rapporto con loro?
Abbiamo iniziato da poco, e le aspettative per questo secondo disco erano molto alte: siamo riusciti a fare un buon disco e i fan sono stati contenti. Siamo ovviamente occupati con le nostre band principali, ma cerchiamo sempre spazio per i Panzer per suonare e incontrare i fan.  Una band che fa questo tipo di musica ha bisogno di suonare dal vivo, e l'anno prossimo suoneremo in qualche festival, e spero che riusciremo a mettere su anche un piccolo tour.


E' quello che stavo per chiederti, se ci sarà un tour o qualcosa del genere.
Si, vogliamo decisamente farlo: tutto merito dei fan, perché se l'album ha successo è più facile che i promoter chi chiedano di andare a suonare in giro. 


Pensate di venire anche in Italia?
Certo, ci piacerebbe! Ci sono parecchi festival da voi dove vorremmo suonare, se ci riusciamo.


Ultima domanda: hai qualche consiglio per i ragazzi che stanno mettendo su una band adesso?
Credo che la cosa più importante, quando ti metti a fare musica, è che ti godi ciò che stai facendo: suonare deve essere divertente, ma non devi aspettarti di diventare famoso in fretta. La gavetta delle band è davvero lunga, ma finché ti godi ciò che fai non ti importa, è una regola d'oro. Credi in te stesso, credi nella band, e non ha importanza avere successo: il successo è una cosa, ma la cosa fondamentale è che la band si diverta e stia bene, e riesca a creare la sua musica. Devi creare qualcosa di unico, non devi copiare: deve essere qualcosa che hai creato te, questo è fondamentale. E non ascoltare chi ti dice cosa dovresti fare, in che direzione dovrebbe andare la tua musica: suona per te stesso prima di tutto, fa ciò che vuoi, e magari un giorno avrai successo. Ma non è facile, e lo devi fare per la gioia di suonare. 
 
 
 
 
 
 

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