Nightguide intervista i Kayleth

Nightguide intervista i Kayleth

I Kayleth sono una band di Verona, ma suonano come fossero in pieno deserto americano: nati nel 2005 ispirandosi a band come Kyuss e Monster Magnet. Il loro nuovo disco si chiama Colossus, e ce lo siamo fatto raccontare da loro.





Da Verona al deserto americano il viaggio è lungo: come avete sviluppato un sound così vicino a quello di band come Kyuss o Monster Magnet?
Tutto è nato dall' idea di Massimo ed Enrico che con la loro passione sviscerata per il desert rock hanno deciso di suonarlo, oltre che ascoltarlo. Dopo
qualche jam in sala prove e i musicisti giusti, il sound è arrivato spontaneo.
Ovviamente non ammetteremo mai i soldi spesi in amplificatori vintage e decine di pedali provati e cambiati!


Siete nati nel 2005, sono già più di dieci anni che suonate in giro: come è cambiato il vostro modo di suonare in tutto questo tempo, e come siete cambiati voi?
La voglia di suonare per il pubblico e noi stessi ci spinge a fare sempre meglio e anche se i capelli grigi cominciano a farsi vedere, i figli non ti fanno dormire e sul lavoro vorresti mandare a fan il capo, ogni concerto è un' emozione fortissima. Vorremmo farlo per sempre ? Assolutamente si.


Siete finiti nelle Desert Sound Compilation due volte, com'è andata?
Perkele è più di un blog o una 'zine, un vero proprio punto di riferimento per il genere heavy psych stoner in Italia. Eugenio e Roberto ci hanno sempre supportato con le loro recensioni e articoli, entrare nella loro compilation ha quindi realizzato uno dei nostri più grandi sogni, ovvero far parte di una grande famiglia con gruppi che ascoltavamo con assoluta riverenza.

 
A luglio del 2017 avete ristampato Space Muffin con i pezzi dell'EP Rusty Gold, è sensato dire che Space Muffin sia stato il disco che vi ha dato più visibilità? 
Sicuramente. Incontrare Gero (Argonauta Records) ci ha permesso di avere quella marcia in più. Il suo lavoro e dedizione ci hanno permesso di avere quella visibilità che una  band autoprodotta fa fatica ad acquisire, soprattutto in Italia. I nostri precedenti EP hanno sempre avuto un buon riscontro tra i fan, ma Space Muffin ci ha permesso di essere apprezzati anche oltre oceano!


Potete dirci qualcosa su Colossus, il prossimo disco?
E' un album maturo dove i brani racchiudono il meglio di ognuno di noi e questo ci ha portato a scegliere Sotto Il Mare come studio di registrazione. Abbiamo registrato in presa diretta con alcune sovraincisioni, tutto su bobina. Il risultato per noi è eccezionale, così abbiamo voluto anche un artwork all'altezza.
Siamo soddisfatti del risultato e le prime recensioni sono molto positive. Ora non vediamo l'ora di sapere cosa ne pensa il pubblico!


Avete un tour più ampio in programma? Ho visto che sul sito avete programmato tre date. E avete in programma date all'estero?
Ci sono altri concerti in cantiere, ma aspettiamo le conferme per pubblicarli e speriamo che tra questi ci sia qualcosa oltre confine!


Per curiosità e da un punto di vista musicale com'è la scena stoner e doom in Italia?
Le band brave non mancano, veramente. La scena italiana, dal nord a sud, è molto attiva e di qualità, lo si capisce dai brani in rete e lo vediamo ogni volta che condividiamo il palco con altri gruppi ai festival o nei locali.
Quello che ancora manca è la sinergia tra band, supportarci a vicenda per far crescere la scena e darle una lunga vita. Ma qualcosa si sta muovendo e i primi risultati si vedono.


Com'è il rapporto coi vostri fan? 
R: Dovresti chiederlo a loro (scherzo). Secondo noi molto buono, cerchiamo sempre di essere attivi sul social, ma noi siamo un pò vecchia scuola e se vieni ai nostri concerti, siamo sempre mescolati tra il pubblico a salutare vecchi amici e far due chiacchiere con chi viene ad ascoltarci per la prima volta. E' uno scambio insostituibile, non potremmo farne a meno.


Avete qualche consiglio per i ragazzi che stanno mettendo su una band adesso?
Provate, provate e provate. Circondatevi di persone che hanno la vostra stessa passione e date l'anima, i risultati arriveranno se saprete essere umili e autocritici. Solo dopo proponetevi ai locali e alle label, sarete credibili e qualcuno vi darà sicuramente il suo appoggio.


Domanda in extremis: com'è cambiato il vostro sound dopo aver inserito il sintetizzatore? Averlo inserito è stata una necessità o un caso fortuito?
In realtà è stato un caso. Michele era un nostro fan e in quel periodo  stava sperimentando i sintetizzatori per conto suo. Quasi per scherzo lo abbiamo chiamato per una jam e dopo una paio di prove abbiamo capito che era il tassello mancante al nostro sound!

argonauta records, interviste, kayleth

Articoli correlati

Interviste

“Armistizio” di Elena Mazzocchi, storie di adolescenti (e non solo) nella Roma contemporanea

17/04/2024 | Bookpress

L'autrice ci parla del suo romanzo di formazione in cui racconta una storia intensa che esplora i tormenti dell'adolescenza e il complesso passaggio verso l'età adulta...

Interviste

Intervista a Ivan Nossa, autore del manuale “La Legge di Attrazione per Principianti”.

10/04/2024 | Bookpress

Ivan nossa è uno scrittore e divulgatore; la sua passione per la crescita personale e la ricerca interiore lo portano a quarantasette anni a cambiare completamente perco...

Interviste

Intervista a Simon Schiele, autore del romanzo “Jäck atto III: La Stirpe Antica”.

21/03/2024 | Bookpress

Simon schiele è nato a torino nel 1996; nonostante la sua giovane età, ha già all'attivo cinque romanzi. L'autore ha mantenuto la promessa fatta al sé stesso bambino:...

424677 utenti registrati

17079606 messaggi scambiati

17583 utenti online

28010 visitatori online