Nightguide intervista Adduci

Nightguide intervista Adduci


Parte di me, il nuovo singolo di Adduci, anticipa l'album di prossima uscita: scritto e composto da Adduci, con la produzione artistica di Lele Battista e Yuri Beretta e distribuito da The Orchard, Parte di me non è la classica canzone d'amore, perché è una canzone d'ampre verso noi stessi, forse il tipo d'amore più difficile da provare. Il singolo di Adduci racconta di quanto sia necessario accettare tutte le parti di noi stessi: «Siamo tratti in errore perché la voce del nostro pensiero ha sempre lo stesso timbro, quello della nostra voce così come noi la percepiamo - racconta il cantautore Adduci - Ma le parti di noi che compongono il nostro io sono sicuramente molte. Alcune le scegliamo o ci illudiamo di sceglierle, altre le riceviamo passivamente dall'ambiente. Queste parti danno vita all'eterna lotta tra ciò che siamo e ciò che la società vorrebbe fossimo. Scoprire la propria natura, accettare sé e di conseguenza gli altri per come realmente si è, è un gesto rivoluzionario: l'unico che può concretamente condurre al raggiungimento della felicità, che è qui a portata di mano, proprio ora, ma solo per chi ha il coraggio di sceglierla. Tutte le canzoni sono d'amore, anche quando non sembra».





Sarò onesta: quando ho letto il titolo del tuo nuovo singolo, Parte di me, ho pensato “Ecco, un'altra canzone d'amore”. E invece no. O meglio, non proprio: parli di tutte le parti che compongono la nostra personalità, e di come accettarle sia un gesto rivoluzionario. È anche un messaggio che rimbalza ovunque, quello di accettarsi per ciò che siamo: ce lo dicono le pubblicità e gli psicologi, credo. Come credi sia possibile farlo, e credi che ascoltare davvero tutti le parti di sè stessi possa anche essere spaventoso?
È il cavallo di battaglia di moltissimi influencer! Io però, che non posso fregiarmi di questo titolo, devo confessarti che in 30 anni ho imparato ad accettare ben poco di me. Ogni giorno provo a fare un passo, almeno uno, anche piccolo, per diventare il tipo di persona che mi piacerebbe essere. Qualche volta riesco anche ad arrivare dove mi ero prefissato, ma ho come l'impressione di rincorrere l'orizzonte. Il vero gesto rivoluzionario è quello di provare a capire, sé o gli altri, e credo sia molto più importante di riuscirci davvero, che invece è soltanto un dettaglio. In altre parole: aprirsi a ciò che non conosciamo. Il nostro pensiero può sviluppare concetti anche molto complessi, ma un cervello tende a lavorare in modo piuttosto semplice: la paura è sempre un riflesso a ciò che non conosciamo. Credo dunque sia molto più spaventoso ignorare piuttosto che ascoltare.


Domanda collegata: Parte di me potrebbe, quindi e in un certo senso, essere una canzone d'amore verso sè stessi?
Sicuramente lo è, ma non si tratta di narcisismo, non c'è alcun compiacimento, nessuna ammirazione. Quando ti avvicini alla natura di qualcuno e riesci a sentirlo vicino il primo istinto è quello di abbracciarlo.


Domanda nuovamente collegata, e strana forte: pensi sia necessario parlare sempre d'amore in una canzone? Amore di qualsiasi tipo, che sia per un'altra persona, un gatto, un albero, sè stessi o la bicicletta.
Non è quasi mai necessario parlare d'amore in nessun contesto. Ho sempre sostenuto che quando due persone sentono il bisogno di parlare di sé non abbiano ormai più nulla da dirsi. Ma tutte le canzoni sono canzoni d'amore, anche quando non sembra. Perché se non ci fosse una scintilla emotiva nulla si muoverebbe, neppure una bicicletta.


Parte di me lancia il tuo album di inediti. Ci puoi raccontare qualcosa di più sul disco o è ancora allerta spoiler per ora?
L'album arriverà quando ci sarà qualcuno che vorrà ascoltarlo! Ma confermo, Parte di me è stato scelto da una raccolta di canzoni. Le ho dovute registrare subito per una mia esigenza: non potevo rimandare a un secondo momento nel quale avrei magari rischiato di sentirmi meno vicino alle mie parole.


Canti come un crooner, un po' alla Mike Patton in Mondo Cane, ma le tue basi musicali sono decisamente più moderne. Quali sono le tue influenze musicali, chi ti ha ispirato per la tua musica?
Sono innamorato dal cantautorato italiano degli anni '60, al quale ho dedicato uno spettacolo piano e voce. Ma ascolto con devozione anche il cantautorato di oggi. Penso di essere influenzato e ispirato da un'infinità di cose e persone, probabilmente non solo da altra musica. Come sai “nulla si crea e nulla si distrugge”.


Domanda di rito: dove ti piacerebbe suonare appena sarà nuovamente possibile farlo?
Mi piacerebbe suonare a Bologna o Napoli, sarebbe un pretesto per rivedere gli amici di sempre.

adduci, interviste emergenti, interviste musica, parte di me

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