nightguide intervista GIMBO

nightguide intervista GIMBO

Mammut è il titolo del nuovo singolo e video del cantautore romano Giampietro Pica, in arte Gimbo, disponibile su tutte le piattaforme digitali da martedì 30 giugno pubblicato da Redgoldgreen.
Nella musica di Gimbo si trova la semplicità del cantautorato più puro, la concretezza di rime e suoni che vogliono raccontare una storia. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Giampietro, per farci raccontare di questo elefante preistorico e di mote altre storie...
Il tuo ultimo singolo, Mammut, racconta un intero quartiere, quello romano di Rebibbia. Si intersecano storie, scorci, simboli di un angolo della città spesso dimenticato. Cosa secondo te può far emergere di importante il tuo brano?
Secondo me vari aspetti. Il brano è simbolico, ma prende le mosse dalla storia e dalla cultura e valorizza il tema del sociale. Come diceva recentemente una persona che commentava il brano, colpisce in positivo il fatto che un brano musicale, un video o anche le attività sociali di quartiere si ispirino ad un animale preistorico quasi mitologico i cui resti, oggi, sono conservati in un museo di periferia (sito a Casal de' Pazzi).
In altri termini, il fatto che a generare tutto questo sia alla fine un museo, fa ben sperare per l'importanza che rivestono i luoghi di cultura ovunque, anche in zona marginalizzate della città.
 
Quanto ha influito questo quartiere sul tuo modo di essere e sul tuo scrivere?
Sinceramente non saprei dire se il mio modo di scrivere sia stato o meno o quanto sia stato influenzato dal vivere in questo contesto. Di certo, il fatto che abbia avuto la necessità di parlarne è un indice significativo su quanto abbia influenzato il mio modo di essere. Ho appena usato il termine “necessità” il che significa che esiste un legame affettivo maturato nel tempo con luoghi e persone. Crescere in un posto lascia sempre il segno, credo.
 
Quanto è importante la mascotte Mammut e il Comitato che lo vede protagonista nel quartiere?
Molto. Ci sono evidenti tracce della presenza del Comitato nel Quartiere, dai murales disegnati dai bambini con dediche speciali, ai cartelli ed ai volantini che ne ricordano le iniziative. L'attività del Comitato è visibile e tende ad un miglioramento non solo alla conservazione.
 
Il video di Mammut vede come protagoniste le illustrazioni della pittrice e illustratrice Clelia Catalano
Come mai questa scelta?
Mi piace molto unire la mia musica alle arti visive, pitture, illustrazioni e grafiche. Peraltro, credo che nel caso specifico fosse quasi una dedica implicita ad un quartiere che è stato arricchito dai molti murales di Zerocalcare, Blu, o dove lo stesso Museo è stato colorato da Jericho o ancora dove l'opera dei writers è comunque molto diffusa. La collaborazione con Clelia Catalano è abbastanza casuale, semplicemente ho visto alcune sue opere ed ho pensato di proporle questo lavoro. Devo dire, e per questo la ringrazio, che il tempo a sua disposizione non era molto e che in questo poco tempo ha realizzato più di tremila tavole. Un lavoro veramente impegnativo il cui risultato è sotto gli occhi di tutti.
 
Questo tuo brano ha anche uno scopo informativo? Cioè con Mammut vuoi anche cercare di portare qualcosa di buono al quartiere, di attirare l'attenzione dei media e delle autorità?
È un lavoro ispirato e dedicato. Ciò vuol dire che il quartiere, le persone che lo vivono, i luoghi e soprattutto le realtà sociali che si impegnano sul territorio ne sono i protagonisti. Lo è la storia del posto ed i personaggi che lo hanno frequentato. Su tutti cito nel testo Pasolini. Lo è la natura con i parchi regionali urbani. Lo è il carcere come luogo vivo. Se avessi potuto parlarne diffusamente avrei dovuto scrivere un'opera più complessa, mi sono limitato ad un brano di 4 minuti che però spero trasmetta la bontà di tutti i simboli che racchiude.
 

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