Nightguide intervista Emanuele Aloia, fenomeno musicale nato dai social e arrivato alle vette delle classifiche ufficiali.

Nightguide intervista Emanuele Aloia, fenomeno musicale nato dai social e arrivato alle vette delle classifiche ufficiali.

La peculiarità artistica di Emanuele Aloia è quella di raccontare con semplicità i sentimenti dei giovani d'oggi, avvalendosi anche del bagaglio di conoscenze legate all'arte e alla letteratura, che sono le sue principali passioni, evocate appunto con frequenti citazioni e riferimenti nelle sue canzoni.
Classe 1998, torinese, diplomato al Liceo Linguistico, Emanuele Aloia suona e compone dall'età di 13 anni. Il suo primo singolo, pubblicato nel 2018, si intitola “Trasparente”. Seguono “Ricomincerai a ridere”, “Esisti solo tu”, “Oui oui”, “Abbronzatinstagram” fino ad arrivare a “Girasoli”, brano con cui nel 2019 raggiunge ottimi risultati sul web: oltre 9 milioni di streaming complessivi, quasi 5 milioni e mezzo di visualizzazioni su YouTube e oltre 20.000 video su TikTok.


Il bacio di Klimt”, disponibile su tutti gli store digitali (https://emanuelealoia.lnk.to/IlBacioDiKlimt), sin dalla sua pubblicazione ha registrato numeri impressionanti: ha superato oltre venti milioni di streaming complessivi su tutte le piattaforme digitali, raggiungendo su Spotify la vetta della classifica Top 50 Viral - Italia e classificandosi al #2 nella Top 50 - Italia e alla #25 della Viral 50 Globale. Su Apple Music, invece, si è classificato 2° nella classifica Top 100: Italia. “Il bacio di Klimt” è, inoltre, il brano italiano più condiviso sulla piattaforma social del momento TikTok, con oltre 300.000 video realizzati sulle sue note. Inoltre, il singolo ha anche raggiunto la #3 della classifica FIMI dei singoli più venduti in Italia e, grazie agli ottimi risultati raggiunti sul web e nelle classifiche, è certificato disco d'oro!





L.R. Partiamo dalle presentazioni: mi chiamo Luigi e ho 40'anni, ma ho voluto fortemente questa intervista con te perché nonostante la differenza di generazione la tua canzone ha fatto rivivere i brividi del mio primo amore.
E.A. Sono felice di questo! Vuol dire che una canzone può colpire indistintamente a tutte le età!

L.R. Sia il testo che quello che esprimi non sono trattati in maniera banale, quindi sono qui per capire se Emanuele Aloia è davvero quello che traspare dal brano o è finzione! Quindi partiamo da una domanda standard: com'è nato questo pezzo?
E.A. (ride) È nato come nascono tutti i miei brani, è stato un processo abbastanza istintivo perché non parto mai da un concetto o un'idea prima di scrivere. Ho una scrittura istintiva, ed è quasi come se la canzone esistesse già ed io mi ritrovo in un momento fortunato in cui inizio a scrivere. È nata prima del lockdown, quindi poi quando ci siamo ritrovati a dover scegliere il pezzo giusto sapevamo già un attimo dopo averla conclusa che questa canzone sarebbe stato il singolo!

L.R. Dal punto di vista testuale non sembra un brano nato così d'istinto ma molto ragionato e progettato, quindi ti faccio i complimenti.
E.A. Per fare determinate citazioni è normale che si debba conoscere quella letteratura di riferimento ma poi avendo acquisite in sé determinate nozioni è l'istinto che gioca la parte fondamentale! Le canzoni nate pensandoci troppo su non arriverebbero così nell'immediato a chi le ascolta!

L.R. Nonostante si parli di una bella storia d'amore, è percepibile nel testo molta malinconia: fa parte di te e del tuo vissuto?
E.A. Ovviamente sì, quando strutturo un testo metto sempre molto vissuto, anche se a volte questa cosa non è detto che venga percepita. In questo caso, essendo molto autobiografica, la malinconia si riflette nelle emozioni che trasmette.

L.R. “Il bacio di Klimt” non è la tua prima prova di successo, ma a differenza di “Girasoli”, che è stato ed è tuttora un fenomeno social, in questo caso sei riuscito a conquistare le radio. Ti aspettavi questo esploit nei canali per così dire ufficiali della musica, dedicati a un pubblico più adulto?  
E.A. Ho sempre tante aspettative quando decido di far uscire un nuovo brano però non in termini di risultati,  visto che in questi termini per me è impossibile avere aspettative soprattutto se come me sei un ragazzo indipendente che gestisce la parte promozionale del brano. Girasoli è stato un piccolo successo ma Il bacio di Klimt ha fatto sette volte tanto quindi anche questo ha influito sulle radio e mi ha dato tanta soddisfazione ed emozione. Come dicevamo prima, è la dimostrazione che Il bacio di Klimt arriva anche a un pubblico diverso rispetto a quello “social”.

L.R. Quello che mi ha colpito in questo brano è che la melodia assuma in un certo momento la cadenza di un batticuore.
E.A. E questo è istinto, viaggio molto d'istinto anche nella scrittura melodica, quindi sono contento che sia arrivata in questo modo.

L.R. Visto che abbiamo aperto l'intervista parlando di età, secondo te cosa non capiscono quelli della mia generazione di quello che stanno passando i ragazzi della tua età?  
E.A. Io stesso ventunenne trovo cose della mia generazione che non capisco. Ci sono cose fatte da giovani che comunque arrivano a chi ha un'età più adulta, ce ne sono altre che arrivano meno, magari a causa del modo di scrivere.

L.R. Tu ti sei mai sentito frainteso?
E.A. No, devo dire la verità, non è mai successo; e qualora accadesse non mi importerebbe molto perché la regola fondamentale nella scrittura è anche l'egoismo, nel senso che quando scrivo una canzone lo faccio prima per me stesso ma quando la finisco e la faccio uscire la canzone non è più mia e diventa di chi la ascolta. Però la fase di scrittura deve essere per me stesso, è una cura per le non per gli altri.

L.R. Hai detto che ti occupi molto della promozione sostanzialmente sui social perché oggi è quello il canale privilegiato per parlare agli altri. Secondo te qual è il vero significato del promuovere non solo la propria musica ma anche la propria vita sui social, come fanno molti giovani e come io vedo scimmiottare a quelli della mia età?
E.A. C'è un'evoluzione e i tempi cambiano, nell'epoca in cui viviamo non è soltanto importante l'aspetto musicale ma, aimè, l'aspetto personale di immagine, del contatto con il pubblico, che cinquant'anni fa ovviamente era diverso. Io non ci vedo nulla di male perché probabilmente ci sono nato in questo tipo di generazione. Io non ci vedo nulla di male perché probabilmente ci sono nato in questo tipo di generazione però allo stesso tempo come contro domanda agli adulti che criticano questo aspetto mi verrebbe da chiedere cosa farebbero loro in quest'epoca dove la promozione per un giovane, se escludiamo i social, è oggettivamente inesistente. Perché poi altrimenti come fa a promuoversi un giovane? In radio non passano il primo ventenne che arriva, ugualmente in tv, per esibirti live esiste ancora il retaggio del “porti tu il pubblico?” e quindi non rimane altro da fare.

L.R. Io credo che la vostra sia la risposta a un mondo che ha rifiutato di considerarvi tramite i canali “ufficiali”. Da quando mi occupo di musica mi sono reso conto del cambiamento, soprattutto considerando come anni fa artisti bravissimi finissero in mano incompetenti o furbe e non riuscissero a farsi conoscere rimanendo nell'oblio. A un certo punto sono arrivati i social, usati come mezzo dal mondo musicale giovane per trovare una strada alternativa.
E. A. Usare i social in questi termini presuppone anche una bravura di fondo nell'arrivare al pubblico, con un lavoro di anni sulla fan-base per ottenere risultati. È un processo meritocratico.

L.R. E cosa rappresenta per te la musica se dovessi usare tre parole per dirmelo?
E. Libertà, evasione (che poi se vogliamo è un sinonimo)  e felicità. È questo, un momento in cui riesco ad evadere da una realtà e comunque sono felice.

L.R. In realtà hai detto più di quanto pensassi perché evasione è una conseguenza della libertà. L'evasione è la vena malinconica del bacio di Klimt rispetto alla felicità della libertà, se posso permettermi di interpretarle.
E.A. Hai proprio ragione. Hai centrato esattamente come mi sento.

L.R. Se potessi comprare solo 3 album, quali sono quelli che non potrebbero mancare nella tua collezione?
E. A. Non sono uno proprio da album, ma uno che mi ha particolarmente colpito è stato Racine Carrée di Stromae. Per quanto riguarda il resto vado di singolo in singolo, anche se possiamo inserire anche Oh!Vita di Jovanotti che è un disco molto intimo. Questa domanda potrei girarla su tre canzoni, anche se è un po' più difficile. O sugli artisti aggiungerei Lucio Dalla.

L.R. Sei praticamente un ibrido tra la mia generazione e la tua, sei un giovane vecchio!
E. A. È un vantaggio perché posso essere tutti e due, perché un giovane se è un po' vecchio dentro il vecchio non lo può fare!

L.R. Gli occhiali hanno un senso o sono un vezzo? Li indossi sempre!
E.A. Sono un unico paio, me li ha regalati mia madre e li ho usati per girare un video che ha avuto per la prima volta un milione di visualizzazioni. Da allora non me ne sono mai più separato perché sono un po' superstizioso!

 
Intervista a cura di Luigi Rizzo
 

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