Raccontaci in merito al nuovo singolo "Baila"
Non è stato semplicissimo scegliere il vestito giusto per 'Baila', ma alla fine ha prevalso la mia vera essenza. Cercavo il giusto compromesso tra quello che sono sempre stato dal punto di vista artistico e quello che sono le nuove tendenze del panorama italiano, utilizzando un anima latina che ha sempre fatto parte di me.
E' un brano che guarda soprattutto alle nuove generazioni, forte anche della collaborazione con il giovane rapper Zakyz, e che attraverso il videoclip vuole raccontare la sensualità in maniera ambiguo, velata e sotto alcuni aspetti anche ironica. Un sogno erotico che inneggia a spensierate notti di passione.
'Baila' è un brano che contiene sonorità presenti nel firmamento pop italiano, ma allo stesso tempo si sposa perfettamente con le sonorità del reggaeton, moderno, accompagnato da un linguaggio del testo che sono certo potrebbe arrivare ai cuori dei giovanissimi.
Come stai vivendo questo momento particolare'?
Musicalmente parlando mi sto dedicando principalmente alle produzioni in studio, nella speranza che si possa tornare presto ad una normalità che consenta di esibirsi dal vivo. Mi manca molto il contatto col pubblico.
Che ne pensi dei social nel mondo musicale e non solo?
Un arma a doppio taglio. Credo che oramai siano diventati i principali mezzi di comunicazione mediatica e di consumismo musicale. La musica rimarrà comunque il mezzo di comunicazione che andrà sempre oltre il tempo. Ha affrontato e probabilmente affronterà ancora l'evoluzione degli strumenti comunicativi e delle nuove ere tecnologiche.
C'è da dire che il mondo dei social network è riuscito a far scoprire la musica sotto altri aspetti, trasformandola in una compagna di vita quotidiana e sempre disponibile ovunque, ma con un immediatezza ed una velocità tale che possono risultare deleterie, perché oltre all'origine dei dispositivi attraverso la quale viene riprodotta e distribuita, è cambiato anche il metodo di ascolto, diventato molto più superficiale. Tutto ciò intacca anche l'aspetto legato all'artista stesso, che ha subito una metamorfosi, per il semplice fatto che fino a pochi anni fa i riferimenti per analizzare la popolarità erano le classifiche di vendita dei dischi dell'artista, mentre oggi il successo di una canzone si misura in base al numero di riproduzioni sulle piattaforme digitali, e pertanto l'artista può diventare noto non perché vende molti dischi, ma al contrario di ciò che accadeva in precedenza, le sue canzoni vengono ascoltate perché alcuni di essi sono già famosi sui social. Il messaggio che traspare da questo processo mi fa pensare che non sono poi più così importanti le conoscenze musicali ed il background dell'artista, ed è forse questo l'aspetto che più mi rattrista.
Cosa ascolti di musica italiana?
Prevalentemente la musica pop, mi piace molto quella degli anni '60, anche perché sono un amante del costume e della cultura di quell'epoca d'oro -forse irripetibile- che ritengo sia stata il cuore pulsante della discografia italiana. Artisti come Gianni Morandi, Rita Pavone, Patty Pravo, Claudio Baglioni, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante, Renato Zero e Paolo Conte, fanno parte del mio bagaglio culturale musicale. Sono anche un ascoltatore di musica napoletana, un genere musicale che mi appartiene molto e che non è mai mancato all'interno del mio repertorio.
Un sogno nel cassetto di Andrea Amarù
Ad oggi è quello di avere in primis la possibilità di poter continuare a far musica per molto tempo ancora e poi, se proprio devo sognare lo voglio fare in grande, immaginando di poter duettare con un'artista del panorama italiano che ho sempre stimato moltissimo, per la sua grinta e per le sue capacità artistiche ed interpretative: Dolcenera.