Ieri 11 agosto è ufficialmente cominciata la 3 giorni di Passione dello Sziget Festival. L’Isola della Libertà è ormai strabordante di gente, polvere, colori e artisti di fama internazionale. Non ci si ferma un attimo. È un continuo correre da una parte all’altra per assicurarsi un posto in prima fila ad ogni stage, dal più piccolo al più grande.
Budapest è piena di ragazzi proveniente da tutto il mondo, i taxi ormai vanno in loop fuori e dentro lo Sziget e in tutto questo ancora non abbiamo assistito ad un solo disordine, a nessun comportamento scorretto o violento.
Lo slogan della kermesse sembra aver contagiato davvero tutti: JOIN THE LOVE REVOLUTION.
Ieri è stata la giornata più hip pop, rap, r ’n b di tutte. A partire dal Mastercard Stage inaugurato da un’artista a noi sconosciuta ma dal carisma e il sex appeal un po’ sfrontato, di quelli che accentrano sguardi e macchine fotografiche. Lei si chiama IAMDDB e viene dal Regno Unito e noi speriamo davvero che se ne senta parlare anche da noi in Italia. Hanno continuato gli Jamaicani Masego e Protoje & The Indignation, gli Australiani Parcels con il loro sound un po’ seventies e il sorriso alla flower power, e gli inglesi Jungle.
Sul Main Stage invece ha esordito per la prima volta allo Sziget l’astro nascente della trap americana (quella vera, non l’orrido surrogato che gira in Italia) Tyla Yaweh. Subito dopo è stata la volta degli Inglesi Honne che con il loro indie rock fresco e felice hanno riportato i decibel ad un livello accettabile. Come terzo ospite in scaletta la band, sempre inglese, Years & Years hanno letteralmente mandato in visibilio il pubblico enorme (anche grazie all’ospite finale); il viso fresco, sorridente e visibilmente sconvolto dalla quantità di gente lì ad assiterlo, del cantante Olly Alexander è stato qualcosa che davvero scaldava il cuore.
Alle 21:30, però tutti erano li per il primo grande big di questa fase conclusiva del festival. Il trapper Post Malone ha regalato a tutti uno show potente, emozionante, coinvolgente. La sua presenza scenica, la sua voce potente, i testi non banali (trapper italiani per favore imparate) hanno letteralmente fatto tremare l’isola.
Come ogni giorno però vi vogliamo offrire anche una piccola perla quasi totalmente sconosciuta. Senza nessuna pianificazioni ci è stata data l’opportunità di incontrare nel back stage dell’Europa Stage un artista Ucraino di cui non conoscevamo nulla: tale Ivan Dorn.
Ovviamente ci siano documentati in fretta e furia per non fare figuracce e abbiamo scoperto una specie di superstar da 800k followers su Instagram, 57 milioni di visualizzazioni su Youtube, presentatore di The Voice Ucraina, vincitore di un MTV EMA nel 2017. E noi li zitti e basiti.
Ivan Dorn è un artista di quelli che si incontrano raramente; saltella tra i generi musicali, eccellendo nel funky, nel jazz, nella deep house (ah si è anche un dj), gira video che sembrano film di Hollywood, e il suo animo è candido e puro come un bambino. Un’intervista emozionante ed emozionata è stato il più bel regalo che la produzione potesse farci e non vediamo l’ora di farvela leggere.
Oggi vigilia della fine saranno i Florence + The Machine, a fine mese in Italia per il Milano Rocks, a cullarci verso la bomba rock, nonché gli ospiti più attesi di tutti, dell’ultimo giorno: i Foo Fighters.
Personalmente non avverto più le gambe dalla stanchezza, ho i polmoni intarsiati dell’argilla per quanta polvere stiamo respirando e ho i calli sulle dite a furia di scattare e scrivere. Ma quanto mi è dolce naufragare in questo Sziget.
Articolo a cura di Luigi Rizzo.
Foto a cura di Luigi Rizzo ed Elisa Hassert.